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CASO OCALAN


in olandese


Breve cronologia
 

VII secolo d. C.: prime documentazioni storiche sui curdi; vari popoli dell'altopiano iranico aderiranno alla confessione islamica sunnita, mantenendo la propria autonomiaCarta.gif (33394 byte)

XIII secolo: i diari di viaggiatori europei identificano il Kurdistan con l'area montagnosa compresa fra Persia, Asia minore e Siria.

136: varie popolazioni curde vengono incluse nell'Impero Ottomano, altre sono sotto l'influenza persiana; la nazione curda riesce a mantenere una propria forma di autogoverno.

XVIII secolo: la principessa Khanzad, medico, guida una rivolta curda contro l'Impero Ottomano

147: le popolazioni del Kurdistan governate dall'Impero Ottomano si ribellano: l'Impero applica deportazioni di massa e impone governatori ottomani al posto dei capi locali.

178: guerra russo-ottomana: truppe russe invadono l'Asia minore e occupano parte del Kurdistan (il Congresso di Berlino intima il ritiro delle truppe russe)

195: l'Impero Ottomano reprime la ribellione della popolazione armena, in maggioranza di religione cristiana; molti armeni vengono uccisi dall'Impero Ottomano con la collaborazione dei curdi, in gran parte musulmani.

1920: trattato di Sèvres che fa seguito al crollo dell'Impero Ottomano e alla prima guerra mondiale; i paesi vincitori della guerra stipulano la pace con la Turchia includendo nel trattato uno Stato autonomo curdo.

1923: Kemal Ataturk (138) viene eletto presidente della Turchia, dopo aver deposto il sultano Maometto VI. Guida un movimento fortemente nazionalista che proclama la repubblica. Viene proibito l'uso della lingua curda. Il trattato di Losanna nega quanto sottoscritto a Sèvres: il Kurdistan (precedentemente diviso in ottomano e persiano) viene smembrato all'interno dei confini di Turchia, Iraq, Siria e Iraq. Kadem Kher guida la rivolta delle donne contro lo scià di Persia.

1925: Shaikh Said guida la prima importante ribellione curda in Turchia. Il governo turco reagisce vietando ogni opposizione e i costumi tradizionali.

138: viene repressa dal governo turco la ribellione di Dersim e si da il via a deportazioni di massa in altre zone del paese.

22 gennaio 1946: a Mahabad, Qazi Mohammed proclamala Repubblica curda, dopo che il 25 agosto 1941: Russia e Gran Bretagna avevano attaccato l'Iran, costringendo lo Scià a lasciare il paese

aprile 1946: le truppe russe si ritirano dall'Iran e a dicembre le truppe iraniane occupano Mahabad. Qazi Mohammad viene giustiziato.

1958: in Iraq la monarchia viene rovesciata e il colonnello Abdul Karim Qassem prende il potere; richiama dall'esilio il leader curdo Mulla Mustafa Barzani e promette ai curdi diritti politici e civili.

1970: si rompono le trattative fra governo iracheno e rappresentanti curdi per un accordo su una relativa autonomia della regione curda.

marzo 1974: il governo iracheno proclama l'autonomia della regione curda, ma in termini ancora peggiori di quelli proposti quattro anni prima.

1975: Iran e Iraq raggiungono un accordo sui confini in comune. L'accordo spiazza il movimento curdo in Iraq, venendo a mancare il sostegno ricevuto fino ad allora dall'Iran.

1979: sale al potere in Iraq Saddam Hussein (1937). L'anno seguente scoppia la guerra destinata a durare otto anni fra Iraq e Iran. Il conflitto investe anche la regione curda la confine fra i due paesi ed entrambi gli stati in guerra sovvenzionano movimenti autonomisti curdi nell'altra nazione.

187: il governo turco costituisce una milizia di "protettori dei villaggi" nel territorio a maggioranza curda. Vengono deportati interi villaggi. Viene istituito il superprefetto delle regioni del Sud-Est (territorio a maggioranza curda).

1988: il governo iracheno, finita la guerra con l'Iran, aggredisce la città di Halabja e distrugge 4500 villaggi, utilizzando anche gas nervini: muoiono oltre 5000 curdi.

1990: l'esercito turco evacua 400 villaggi allo scopo di formare un cuscinetto di sicurezza al confine con Siria e Iraq. Le pressioni internazionali ottengono a luglio il rilascio del sociologo Ismail Belsikci, arrestato a marzo per "propaganda separatista".

1991: al termine della Guerra del Golfo i curdi tentano una rivolta in Iraq e subiscono una dura repressione; crezione da parte delle Nazioni Unite di un'area di sicurezza ("no fly zone") nel nord Iraq. L'esercito turco, con l'appoggio dell'aviazione invade la parte settentrionale dell'Iraq per attaccare le basi del PKK (attacchi ripetuti anche negli anni seguenti).

1991: in Turchia continua la repressione contro il popolo curdo, anche se viene revocato il divieto di pubblicare libri e giornali in curdo. Dal 1984 il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) guida la guerriglia curda contro l'esercito turco; entrambi i partiti curdi vengono considerati (senza evidenza) emanazioni del PKK e perseguitati dal governo turco. Serie di omicidi contro esponenti curdi, compresa l'uccisione di Vedat Aydin. Ai suoi funerali partecipano 100.000 persone: l'esercito spara sulla folla.

1992: il PKK annuncia la formazione di un governo di guerra e di un'Assemblea nazionale nel territorio curdo. Scontri soprattutto nella città di Cizre. In aprile accordo fra Turchia e Siria per la chiusura delle basi siriane del PKK. Secondo il PKK sono 20.000 i curdi arrestati, 300 i villaggi distrutti, migliaia i morti, compresi 5.000 militari e civili turchi. Pressioni del Consiglio d'Europa sulla Turchia perché si moderi la repressione ai danni dei curdi: amnistia per 5.000 prigionieri politici.

1993: il PKK annuncia una tregua e la possibilità di rinunciare a formare uno stato indipendente il Kurdistan per ottenere negoziati con il governo turco (guidato da Tansu Ciller). In mancanza di risposte da parte del governo il PKK scatena a maggio un'offensiva che riguarda anche città europee ed in particolare tedesche.

1993: l'esercito iraniano bombarda le basi del partito democratico del Kurdistan-Iran in territorio iracheno. L'anno dopo sarà la volta dell'esercito turco a bombardare il Kurdistan iracheno. Secondo Amnesty International gli scontri tra esercito turco e PKK hanno provocato la morte di oltre 4.500 persone.

aprile 1994: viene fondato il quotidiano filocurdo "Ozgur Ulke" (paese libero), variamente perseguitato dal governo turco, compreso l'arresto e la tortura di giornalisti e corrispondenti. A giugno viene sciolto dal governo il Partito della Democrazia (DEP), filocurdo, e i suoi deputati vengono arrestati con l'accusa di "tradimento e attività contro l'unità territoriale della Turchia" per la quale è prevista la pena di morte. A ottobre viene vietato l'ingresso in turchia a un inviato di Amnesty International. A novembre un tribunale di ankara condanna a due anni di carcere il sociologo Ismail Besikci per aver difeso l'uso del termine "curdo" nei lavori scientifici. Un rapporto di Amnesty International denuncia il ricorso sistematico alla tortura, la quotidiana uccisione di abitanti indifesi, la scomparsa nel corso dell'anno di 245 persone; uccisioni arbitrarie da imputare anche al PKK.

gennaio 1995: l'esercito turco invade il nord Iraq e attacca le basi curde con 35.000 soldati e 14 bombardieri. Gli Stati uniti appoggiano l'aggressione che provoca migliaia di vittime e la distruzione di centinaia di villaggi. Ad aprile si insedia all'Aja il parlamento curdo in esilio tra le proteste di Turchia e USA.

1996: perquisizioni della polizia belga nella sede dell'emittente curda in esilio "A Nation in the Sky" (trasmette da maggio del 1995 da Bruxelles e Londra in sei lingue - inglese, turco, arabo, zazaki, kurmandji e sorani, le tre lingue curde) che si appoggia allo stesso satellite della Rai (Hotbird) e copre Europa, Mediterraneo, parte del Caucaso. Dopo aver sopseso le trasmissioni per due mesi, le autorità belghe decidono di "tollerare" la Med-tv curda.

settembre1997: l'esercito turco invade il territorio curdo in Iraq con 20.000 soldati e 100 carri armati e l'appoggio dei curdi iracheni del KDP di Massud Barzani contro le basi del PKK. Biasimo dell'Iran per la violazione del territorio iracheno.

aprile 1998: il comandante del PKK Semo Sakik, in rotta con Abdullah Ocalan, si consegna alle truppe del leader curdo iracheno Barzani.

20 ottobre 1998: i governi turco e siriano dispongono l'espulsione del leader curdo Obdullah Ocalan dalla Siria.

28 ottobre 1998: una cinquantina di deputati italiani lo invitano in Italia.

12 novembre 1998: Abdullah Ocalan arriva in Italia che però si rifiuta di ospitarlo. Sull'aereo con lui Ramon Mantovani di Rifondazione comunista. Ocalan spera in un processo internazionale e nella possibilità di convocare una conferenza per la pace nei territori curdi.

15 gennaio 1999: Ocalan prova a raggiungere la Russia, quindi la Grecia, in seguito la Bielorussia, i Paesiocalan2.jpg (33068 byte) Bassi mentre i suoi avvocati cercano di trovare una soluzione. Si parla di asilo politico in Sudafrica dopo un soggiorno nell'ambasciata greca a Nairobi, in Kenya. Secondo il parlamentare kenyano Mukhisa Kituyi, il vicepresidente sudafricano Thabo Mbeki era già in viaggio per prelevarlo, quando Ocalan è stato "venduto" da funzionari kenyani alla Turchia dietro compenso di alcuni miliardi.

15 febbraio 1999: "Apo"viene catturato dagli agenti segreti turchi e trasferito nel carcere dell'isola di Imrali, in Turchia.

24 marzo 1999: ad Ankara comincia il processo, poi sospeso.

20 aprile 1999: la procura chiede la pena di morte per tradimento e separatismo.

31 maggio 1999: inizio del processo con la prima udienza.

29 giugno 1999: la Corte per la sicurezza dello Stato lo ha condannato all'impiccagione per tradimento e separatismo. i prossimi gradi sono la Corte suprema e il Parlamento turco.

1999: i curdi sono oggi circa 25 milioni: 12 in Turchia (24% della popolazione turca), 6 in Iran (12%), 4 in Iraq (25%), 1 in Siria (10%), 500.000 fra Armenia, Azerbaigian e Georgia, un milione in esilio, in particolare in Germania (circa 300.000). Sono in maggioranza musulmani, in genere sunniti.

 

Indice
Introduzione Libri, Film, Musiche
Breve cronologia Attività didattiche
Miti e stereotipi Links
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